Clementine Dietrich

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    Prestavolto: Jennifer Connelly



    Ф Nome: Clementine Dietrich
    Ф Età: (//+22 rispetto ad Elijah)
    Ф Stato di sangue: Purosangue
    Ф Legame: madre di Elijah Braun
    Ф Residenza: Boston, Massachusetts
    Ф Titolo di studio: diplomata a pieni voti a Beauxbatons
    Ф Casata: //
    Ф Professione: Imprenditrice nell’industria libraria (proprietaria della casa editrice “Felix Felicis”)
    Ф Abilità: Legilimens esperto.
    Ф Allineamento: Neutrale Puro.
    Ф Note:

    Carattere e avvenimenti recenti
    Bella e affascinante, Clementine Dietrich tende a muoversi con un portamento fiero ed elegante, sporcato soltanto dalla troppa energia che anima i suoi gesti. Quest’impetuosità le consente quasi sempre d’imporre la propria presenza nella stanza, cosa accentuata anche da una buona dose di carisma (ereditata poi dal figlio primogenito). Nonostante l’inclinazione al protagonismo, però, la risorsa più importante di Clementine rimane la sua spiccata intelligenza sociale, motivo per cui spesso e volentieri la donna intuisce come e quando “farsi più piccola” per assecondare i propri interlocutori: per lei ogni dialogo è una partita a scacchi, tanto che la sua strategia finisce spesso per modellarsi sulle debolezze dell’avversario; se necessario, quindi, ogni gesto e ogni parola vengono attentamente calcolati in funzione di un preciso scopo, ossia il perseguimento dei propri interessi. Un’attitudine, questa, che ben si sposa con l’abilità legilimantica appresa ai tempi di Beauxbatons e approfondita con zelo nel corso degli anni, alternando l'esercizio sofisticato della lettura mentale - per cui la donna è decisamente portata - allo studio, molto più faticoso, dell'Occlumanzia. In gran parte è grazie a queste due arti che Clementine, trasferitasi negli States dopo il diploma, riesce a installare con successo un’impresa libraria a New York e Boston. Le crescenti fortune economiche della sua casa editrice le consentono di dare sfogo a un debole per il lusso e per il Bello che si riversa anche nella ricercatezza e nel costo degli abiti che indossa, oltre che nella cura e nel decoro di Villa Braun (dove vive ormai da vent’anni con il marito). Con il passare del tempo, tuttavia, persino questo stile di vita pieno di fronzoli si tinge di monotonia, e la donna inizia ad accarezzare l’idea di andare in cerca di nuove sfide. Assiste da spettatrice d’oltreoceano alla Guerra Ettercap, troppo presa a gestire le ricadute economiche del conflitto; poi, però, il figlio le rivela l’avvento di una seconda guerra e le intenzioni del MACUSA di creare una rete di comunicazione tra i Ministeri Magici sparsi per il globo: da qui nasce l’idea di delegare al marito la gestione della casa editrice e fare richiesta d’assunzione nella task force per le relazioni internazionali guidata da Eugene Pool.
    Clementine ha sempre visto la politica come un mero strumento per il perseguimento di altre finalità, come quelle economiche; per questo motivo, non fatica ad assumere le posizioni ideologiche che ritiene più funzionali alla realizzazione dei propri obiettivi: sinora è stato il conservatorismo tradizionale - purezza del sangue e superiorità dei maghi sui babbani - a consentirle di integrarsi nell'alta società americana, ma ciò non vuol dire che la sua visione non possa adattarsi alle alternative linee politiche che il MACUSA dovesse decidere di seguire. E’ certo, comunque, che quest’improvviso interesse per il lavoro da ministeriale non nasca da una vera vocazione, quanto dalla possibilità di ottenere più informazioni, più contatti, più potere, stavolta non solo nel continente americano ma su scala mondiale.

    Lingue conosciute
    Inglese e tedesco (madrelingua), francese, spagnolo e goblinese (livello avanzato), italiano (livello base)

    Rapporto con Elijah
    Sin dalla tarda infanzia di Elijah, lui e Clementine sono sia antagonisti che complici. La donna cerca sempre di arginare la distrazione e l’iperattività del figlio nel tentativo di renderlo “l’erede perfetto” per il patrimonio imprenditoriale che, idealmente, gli avrebbe tramandato; d’altra parte, EJ continua per anni a resistere al volere della madre, spesso contravvenendo per ripicca ai suoi ordini: Clementine non vuole che lui familiarizzi con i no-mag, quindi ad Ilvermorny Elijah trova il modo di finire in camerata con dei natibabbani; Clementine lo pressa affinché entri in un club, quindi Elijah si fa espellere da quello di Quidditch (già più piccolo e meno popolare della squadra di Quodpot) per assenteismo; Clementine esige che sia uno studente modello (com’è stata lei a Beauxbatons) ed Elijah fa di tutto per cacciarsi nei guai. Proprio per questo motivo, però, la donna trova nel figlio l’unico vero avversario in grado di tenerle testa e decide così di testarne le capacità e i limiti, spesso mettendolo volontariamente davanti a degli ostacoli. Il primo di questi si realizza quando nel testamento del nonno, Horace Braun, si rinviene la volontà che la sua bacchetta sia tramandata al nipote: Clementine è perfettamente consapevole del fatto che il catalizzatore in questione sia ormai stato corrotto dalla malvagità del suo proprietario precedente, eppure non fa alcunché per liberare il figlio dall’obbligo di riceverlo in eredità, convinta che Elijah debba dimostrarsi abbastanza forte da vincere la fedeltà della bacchetta. Questa “prova” va avanti per anni e complica seriamente il processo di apprendimento del ragazzo, che tuttavia, presa coscienza della sfida in corso, decide di non arrendersi e di perseverare con la stessa testardaggine della madre: se per lui è impossibile padroneggiare gli Incantesimi, questo non vuol dire certo che non possa eccellere in altre materie, come in Tinture e Misture e in tutte le tecniche divinatorie.
    Dopo il diploma ad Ilvermorny, Elijah disobbedisce per l’ennesima volta alla madre e decide di dedicare un anno a godersi la vita notturna di New York, cercando nel frattempo qualche lavoretto part time. In questi mesi viene assunto e licenziato più volte, tant’è che alla fine il ragazzo matura l’idea di andarsene dagli States per intraprendere un viaggio intorno al mondo: Clementine disapprova, ovviamente, ma anziché tarpare le ali al figlio decide di sfruttare i suoi ingenui progetti per porlo davanti a un’altra sfida. EJ ottiene quindi il permesso di lasciare il continente, ma può farlo soltanto per andare nel Regno Unito, dove dovrà specializzarsi nelle sue materie d’interesse: Divinazione e Pozioni. Il ragazzo parte, quindi, ignorando quasi completamente i pericoli e le tensioni politiche che attraversano la comunità magica inglese. Persino quando scoppia l’inaspettatissima Guerra degli Ettercap ed Elijah decide, altrettanto inaspettatamente, di rimanere a combatterla, Clementine non fa nulla per ricongiungersi al figlio, nonostante l’assidua corrispondenza che i due iniziano a intrattenere per lettera. Nel frattempo il divinatore conquista finalmente la fedeltà della bacchetta, per quanto il rapporto con essa rimanga conflittuale, e riesce ad ottenere la cattedra di Divinazione ad Hogwarts: è grazie a questi due avvenimenti che la donna si trova costretta ad ammettere che il figlio sta cominciando a vincere la sua gara ad ostacoli. Il premio dopo il traguardo? L’insegnamento della legilimanzia. Quando Elijah le comunica che resterà anche per la seconda guerra in arrivo, dandole così una definitiva dimostrazione di maturità, Clementine decide di prendere posizione e imporsi un’ultima volta, ora non per ostacolare il figlio ma per venire in suo soccorso. La testardaggine e l’orgoglio di EJ gli impedisce di chiederle esplicitamente aiuto, ma la donna intuisce che il ragazzo - ormai uomo - avrà bisogno di un’arma in più per sopravvivere. E adesso, finalmente, lo ritiene degno di riceverla.

    Background approfondito
    Clementine Dietrich nasce da madre irlandese e padre tedesco, entrambi purosangue vecchio stampo, e trascorre tutta la sua infanzia in Germania, dove i suoi genitori gestiscono una piccola catena di librerie magiche di scarso successo che tuttavia riescono a tenere a galla le finanze di famiglia. Cresce bilingue e con uno spiccato talento per la parola, coltivato anche grazie all’assidua lettura degli innumerevoli libri sparsi per casa; quando giunge il momento di scegliere una scuola magica, quindi, Clementine si rifiuta di attendere sia Hogwarts che Durmstrang e implora i suoi genitori di iscriverla a Beauxbatons nonostante la barriera linguistica. Come volevasi dimostrare, la ragazza non fatica a imparare anche il francese e lo spagnolo, e, pur ottenendo pieni voti in tutte le materie, eccelle soprattutto in tre campi: Storia della Magia, Antiche Rune ed Incantesimi in rima. L’inclinazione per l’ars oratoria si affianca a un morboso interesse quasi antropologico per le persone, tant’è che, sempre nel cuore dei Pirenei, uno dei suoi professori decide di istruirla alla Legilimanzia, una disciplina per cui la ragazza si scopre particolarmente portata e che avrebbe coltivato per il resto della sua vita.
    Tornata in Germania dopo il diploma, Clementine convince i suoi genitori ad assecondarla in un’altra, folle impresa: di lì a pochi mesi i Dietrich chiudono i battenti delle le librerie radicate in terra tedesca e si trasferiscono a New York, laddova tentano di far rinascere la propria attività, seppur nell’inedita forma di una vera e propria impresa editoriale. Nonostante le abilità della ragazza nel reperire informazioni e contatti utili, i palazzi dei purosangue newyorkesi rimangono perlopiù inaccessibili a degli stranieri come loro, e la dislocazione oltreoceano degli investimenti dei Dietrich si rivela più complessa e traballante delle aspettative.
    Tutto cambia, però, con un fatale incontro avvenuto fuori dall’ufficio del redattore di un’importante rivista newyorkese: qui la ragazza conosce Theodore Braun, un aspirante giornalista purosangue abbastanza ingenuo, ma con un ingente patrimonio di famiglia alle spalle. L’utile si unisce al dilettevole quando Clementine inizia a maturare sinceri, inaspettati e improvvisi sentimenti per il ragazzo, che di contro li ricambia con la stessa foga. Ancor prima di capire se e quanto solidi fossero questi sentimenti, la legilimens intuisce d’essere incinta e ne rimane piacevolmente stupita, dato che il bambino avrebbe rappresentato un biglietto di sola andata per le nozze e, di conseguenza, per l’ingresso ufficiale nell’alta società americana.
    Terminata la luna di miele Clementine e Theodore decidono di trasferirsi a Boston, nell’enorme villa della famiglia Braun in cui poche settimane dopo sarebbe rimbombato il pianto del primogenito, Elijah. Soltanto nei mesi successivi al parto Clementine si accorge d’essere entrata nella tana del lupo, che in questo caso prende il nome di Horace Braun, padre di Theodore. Mano a mano che Elijah cresce, infatti, diventa sempre più evidente quanto Horace pretenda di istruire ed educare in prima persona, e ad ogni costo, colui che sarebbe stato l’Erede della famiglia Braun: il tempo passa e il nonno cerca d’imporsi sempre di più sui genitori del bimbo, finché un giorno, poco dopo il quarto anno d'età di EJ , Theodore si ribella alle manie e al controllo spietato di Horace. Di tutta risposta l’uomo decide di passare alle maniere forti ed imperiarlo, così da sfruttarlo come burattino per crescere liberamente il primogenito. A questo punto Clementine, intrappolata in un vicolo cieco, sceglie di stare al gioco fingendo di non sapere della Maledizione e mostrandosi perlopiù stupida, frivola e civettuola; nel frattempo, però, s’insinua meticolosamente e ripetutamente nella mente di Horace, e finisce così per dover scendere a patti con il marcio che vi trova dentro: per mesi e mesi scava nella melma dei suoi pensieri in cerca di un punto debole, che alla fine scova in mezzo a un gran numero di informazioni utili a navigare gli ambienti altolocati di Boston e New York, e che avrebbe poi sfruttato in futuro.
    Il tallone di Achille dell’uomo si rivela essere il suo elfo domestico, un umile servitore di nome Kerlak sopravvissuto a generazioni e generazioni di Braun e ormai giunto a un’età tale da giustificare sue eventuali disattenzioni e sviste. In più, Clementine capisce facilmente che, qualsiasi siano gli inciampi e gli errori dell’elfo, Horace non si sbarazzerebbe mai di lui - per orgoglio, per abitudine, perché in fondo anche questa è, a suo modo, un’eredità che va protetta.
    La donna inizia quindi a minare le prestazioni di Kerlak con una serie di Confundus inizialmente sporadici e poi sempre più frequenti, premurandosi d’incantare l’elfo anche in occasione di eventi particolari, subito prima di importanti riunioni a Boston o visite di lavoro a New York, di modo che il suo evidente stato di confusione divenga fatto ormai noto anche al di fuori di Villa Braun. Pertanto, quasi nessuno si stupisce quando viene fuori la notizia che Horace Braun è stato accidentalmente avvelenato dal suo elfo domestico, anche perché le autorità confermano in breve le dinamiche dell'accaduto, complice la confessione di Kerlak e soprattutto gli alibi di ferro degli altri componenti della famiglia (tutti e tre - Clementine, Theodore ed Elijah - lontani dalla Villa perché impegnati in una rarissima gita fuori porta, ovviamente sotto gli occhi di centinaia di testimoni).
    Nonostante le modalità indirette dell'omicidio, comunque, l'anima della donna s'incrina. Lei stessa se ne accorge in modo lampante quando non è in grado di compartecipare totalmente alla gioia del marito, finalmente libero dal giogo della Maledizione. Le emozioni positive diventano sbiadite e lontane per un cuore che non riesce a provare vera felicità e vero amore nemmeno quando, poche settimane prima del sesto compleanno di Elijah, Clementine partorisce un secondo figlio. Ma a suo dire ne è valsa la pena: ora la sua famiglia - la sua eredità - non ha più nulla da temere, non c'è alcuna minaccia a metterne a rischio la sopravvivenza, e questa nuova freddezza le consente di diventare più spietata e calcolatrice. Negli anni che seguono, infatti, Clementine Dietrich non si trova più nella situazione di dover ricorrere all’omicidio, ma inizia comunque ad usare la legilimanzia e il potere economico in modo molto più cinico e utilitaristico, finendo spesso per mettere i piedi in testa a chiunque rappresenti un ostacolo. E’ anche per questo motivo che la sua anima non riesce mai a ricucirsi completamente, tanto che le crepe rimanenti continuano tutt’ora a impedirle di provare l’amore incondizionato di una madre per i propri figli.
     
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